RIFIUTI NON INVIATI A
RICICLAGGIO
La legge regionale 16/2015
afferma che: “La
riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio costituisce il criterio
principale per la valutazione di efficienza nella gestione dei rifiuti”.
Su questo criterio è basato un
meccanismo economico automatico di premiazione dei comuni. La legge fissa in 150 Kg per abitante residente il
quantitativo massimo di rifiuti non inviati a riciclaggio da produrre al 2020,
per cui questo costituisce l’obiettivo principale cui tendere e su cui valutare
i sistemi di raccolta.
Nella trasformazione da abitanti
residenti ad abitanti equivalenti i 150 kg per abitante residente si
trasformano in 89 kg per abitante equivalente.
Sia nel calco con gli abitanti
residenti che con quello degli abitanti equivalenti solo la raccolta porta a
porta si avvicina all’obiettivo fissato dalla legge. Considerando che la
raccolta senza umido (sistema che dovrà essere progressivamente abbandonato) è
presente quasi unicamente nei comuni di montagna e che la raccolta mista è una
raccolta molto spesso di passaggio dalla raccolta stradale a quella porta a
porta, il vero confronto rimane fra raccolta porta a porta e raccolta stradale
con quest’ultima con produzione di rifiuti non inviati a riciclaggio
sostanzialmente doppia rispetto a quella porta a porta per tutte e dure le
metodologie di calcolo.
Come si vedrà anche in seguito la
decisa riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio del sistema di raccolta
porta a porta deriva dalla combinazione sia di una maggiore differenziazione
dei rifiuti, sia da una diminuzione della loro produzione che si riscontra in
questo sistema. Si fa notare che sui 74 comuni con raccolta porta a porta solo
6 per circa 50.000 abitanti su 800.000 nel 2014 avevano una vera tariffazione
puntuale. In questi 6 comuni i rifiuti non inviati a riciclaggio sono
rispettivamente 100 kg per abitante residente e 67 per abitante equivalente,
quindi ben al di sotto dell’obiettivo fissato per legge.
Tra i comuni a raccolta stradale
ve ne sono 9 (di cui 6 hanno anche i dati sugli abitanti equivalenti) che hanno
introdotto sul cassonetto dell’indifferenziato la “calotta” un meccanismo di
limitazione dei conferimenti e di identificazione dell’utente, propedeutico
alla tariffazione puntuale. In questi comuni i rifiuti non inviati a
riciclaggio sono pari a 226 kg per abitante residente e 137 per abitante
equivalente, dati decisamente inferiori alla raccolta stradale senza “calotta”
ma decisamente superiori a quelli della raccolta porta a porta, e in tutti i
casi ancora molto lontani dall’obiettivo. Inoltre ion questo sistema si
registra una presenza di impurità nelle frazioni differenziate di 2-3 volte
superiore a quelle registrate nel porta a porta, segno che parte del rifiuti
indifferenziato è dirottato nei contenitori delle raccolte differenziate con le
problematiche conseguenti. Diventa ovvio che l’applicazione della tariffazione
puntuale a tutti i comuni, obbligatoria per legge entro il 2020, porterà sicuramente
a raggiungere e superare abbondantemente l’obiettivo di minimizzazione dei
rifiuti non inviati a riciclaggio nel caso della raccolta porta a porta, mentre
difficilmente lo sarà per la raccolta stradale, che presenterà anche maggiori
problemi di qualità.
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