Acquisti verdi nella pubblica amministrazione

Le pubbliche amministrazioni sono chiamate a svolgere un ruolo attivo nel piano di riduzione dei rifiuti, e non semplicemente a porsi come intermediari o promotrici di azioni destinate ad altri soggetti. La P.A. può svolgere, quindi, il duplice ruolo di “cliente” e di “consumatore”, e in quanto tale può avere una forte capacità di “orientamento del mercato”. 

"i beni di oggi sono le risorse per domani al prezzo di ieri"
[The Performance Economy - L’Economia delle prestazioni, 2010, Walter R. Stahel] 



Gli Enti locali sono quelli in cui maggiormente devono essere attivate “buone pratiche” così da renderle esemplari, credibili, effettive ed efficienti.

Affinché le “buone pratiche”, gli obiettivi comunitari, nazionali e regionali, superino l’enunciazione e possano diffondersi e applicarsi a tutti gli ambiti socio-economici è necessario che il “buon esempio” parta innanzitutto dalla Pubblica Amministrazione (PA).

Il Green Public Procurement (Gpp) o Acquisti sostenibili (Sustainable Public Purchasing - SPP) della Pubblica Amministrazione è il programma europeo recepito a più riprese nel corso dell’ultimo decennio anche dall’Italia che prevede di orientarne le scelte su beni, servizi e lavori che presentano i minori impatti ambientali (…) come strumento di contenimento della spesa pubblica (…) oltre a proporre un modello culturale di contenimento dei consumi e di “dematerializzazione (…) con l’obbligo del contenuto del 30% di materiali riciclati negli acquisti della pubblica amministrazione. [PAN_GPP.pdf ]
Le Pubbliche Amministrazioni dovrebbero:
•     coprire il 40% dei consumi di carta riciclata (Dlgs. 22/1997)
•     coprire il fabbisogno di beni e manufatti con almeno il 30% di prodotti in materiale riciclato (artt. 195 e 196 del D.lgs. 152/2006, in riferimento al DM 203/2003 e all’art. 52, c. 56 lett. a) della L. 448/2001);
•    acquistare manufatti in plastica riciclata per una quota di almeno il 40% del fabbisogno totale di manfatti in plastica (l. n. 443/2001, art 1); [da Delibera Reg ER GPG/2014/110]

Purtroppo
ancora oggi il Gpp, gli “acquisti verdi” nella PA sono appena l’1,3% rispetto agli obiettivi prefissati e, equivalgono a poco meno del 17% del Pil nazionale.

Il nuovo Codice degli Appalti (Dlgs. 50/2016) obbliga le Pubbliche amministrazioni ad integrare nei documenti di gara i contenuti dei Cam (criteri ambientali minimi per tipologie di prodotto o servizio).
Ma, una rencente indagine che verrà  presentata a FORUM PA 2017 (Roma Convention Center “La Nuvola”, 23-25 maggio) ci consegna una realtà deludente. Infatti, i dipendenti pubblici interrogati su quanto siano “green” le loro organizzazioni e quanto sostenibili le proprie scelte di consumo sul luogo di lavoro, assegnano un voto medio pari a 4,9 (in una scala da 1 a 10) alla sostenibilità delle Pubbliche Amministrazioni. Tra i vari enti, le Regioni ottengono il risultato migliore, ma comunque al di sotto della sufficienza, con una valutazione media di 5,3. Proprio a queste, il PAN Green Public Procurement (il Piano d’Azione per la sostenibilità dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione) assegna un ruolo strategico imponendo di includere gli appalti verdi e sostenibili nella normativa regionale e di settore, oltre che nei programmi di spesa.


Secondo i dipendenti pubblici le PA italiane stanno muovendo i primi passi verso la definizione di proprie politiche di Green Public Procurement. Il 14,1% dichiara che (secondo quanto in propria conoscenza) la propria amministrazione ha già introdotto i CAM (Criteri Ambientali Minimi) nelle proprie procedure d’acquisto. Per il 12,5% l'amministrazione ha provveduto all’individuazione dei prodotti e servizi ai quali applicarli Mentre sono ancora molto poche quelle che hanno formalizzato la politica degli acquisti sostenibili (9,3%) che hanno organizzato iniziative di informazione e formazione al personale sulla sostenibilità (9,3%) che provvedono al monitoraggio degli acquisti verdi effettuati (7,4%) e soprattutto quelle che hanno definito chiaramente gli obiettivi e i target da raggiungere (6,7%).  

 
Nelle opinioni degli intervistati quella del Green Public Procurement non è tanto un’occasione per far risparmiare (individuata dal 5,5% degli intervistati), né solo uno strumento per diminuire l’impatto sull’ambiente dei consumi pubblici (34,4%), ma è soprattutto la miccia per dare impulso ad un’economia e ad una crescita sostenibile come individua oltre metà del campione.
In ragione di questo obiettivo il ruolo della PA non può essere ridotto a quello di “consumatore responsabile”, ma deve essere letto come propulsore di nuovi modi di consumare e produrre.